Mi odino pure, purché mi temano;
Thiago Blanco
Detestava quel posto. Non era mai entrato in una scuola, se non una volta, nello zainetto del suo padroncino, un sacco di anni prima, ma lì i bambini erano amichevoli, c'erano altri giocattoli, non era solo. Qui si. Si guardò intorno, forse cercando un proprio simile, forse cercando una via di fuga. L'impulso principale era quello di scappare, ma il suo carattere di natura affettuoso e bisognoso di un branco lo invitava a rimanere dov'era, ad attaccare discorso con qualcuno. Lo zaino a tracolla gli dava fastidio, non era abituato a sopportare pesi. In più i libri, voluminosi quanto inutili, gravavano sulla sua spalla. Spostò il peso della borsa da una spalla all'altra un paio di volte, finché, innervosito, la lasciò cadere a terra.
Cercò di concentrarsi sulle persone che gli passavano davanti, mentre appoggiato al muro, litigava con quella stupida borsa. Mise in ascolto i sensi sviluppati, ereditati dal suo passato, ma non percepì pericoli. Sapeva di dover stare attento alle streghe che pullulavano in quella scuola, anche Marion lo aveva messo in guardia. La prima volta che le aveva viste, in mensa, era rimasto sconvolto dal loro numero, e aveva saltato parecchie settimane di scuola, temendo che in qualche modo potessero fargli del male. Marion sembrava molto più sicura di sè, decisa a farla pagare a quelle streghe. Arrabbiato per la sua debolezza, perlustrò il corridoio, senza saper nemmeno lui cosa fare. Un ragazzo biondo, alto, apparentemente indifferente a ciò che gli accadeva intorno, gli passò davanti con le mani in tasca. Per qualche strano motivo sentì come un'affinità, percepì lo strano stato d'animo del ragazzo, e fu quasi tentato di corrergli dietro. Non sono più un cane, si disse, quasi a reprimere i suoi impulsi. Incrociò le braccia sul petto e piantò lo sguardo davanti a sé.
Edited by Enbryn - 27/3/2011, 18:58