Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior;
Eleazar Gaston Chevalier
La spiaggia... E così sarebbero andati in spiaggia. Non male come posto per un primo appuntamento. Ovvio non era un vero e proprio appuntamento, anche perchè, uno mai e poi mai sarebbe uscito con una strega, sebbene il suo cuore fosse già in parte in balia di lei; due che diavolo di posto è New Salem per un pomeriggio all'insegna di conquiste? E tre, dannazione, non si sarebbe comportato in modo così amichevole! Cioè dai, si sentiva stupido a sorridere e ridere in quel modo. Tutta quella gentilezza non era il suo forte e meno male che sapeva recitare. Tutta quella dolcezza, se non fosse venuta da Diana, probabilmente Eleazar avrebbe pensato di rischiare la via del diabete. Era sempre stato, non rude no di certo, ma forse più diretto e soprattutto sapeva fin dall'inizio quello che voleva dalla ragazza che aveva individuato. Portarsela a letto? Probabilmente sì, anzi era quasi certa come cosa. Aveva venti anni e non aveva ancora avuto una storia seria, non per mancanza di fauna femminile, quella di certo non mancava, ma per il semplice fatto che aveva voluto divertirsi e basta e forse anche un po' perchè quel tipetto solare e sorridente che gli stava davanti lo aveva in certo senso in pugno. Eleazar, da dietro i suoi Ray-Ban scuri, osservò la lunga chioma bionda e splendente di Diana e poi passò a quel visetto, che mai smetteva di mostrare quella gioia di vivire che le riempiva l'animo. Lui era tutto l'opposto, il viso sempre cupo e crucciato, era tipico di una persona pessimista, anche se lui preferiva definirsi realista. Non aveva molta fiducia negli altri, ma anche perchè non si fidava di sè stesso. Sì, Eleazar, era un tipo piuttosto contorto e per nulla semplice da capire, certe volte non si capiva nemmeno lui, ma questo difetto non sminuiva affatto il suo essere affascinante agli occhi degli altri. E così sarebbero andati in riva al mare, probabilmente era quella spiaggia che aveva visto dal promontorio, la sera in cui l'aveva incontrata assieme all'altra strega. Bene, sarebbero andati in macchina, con la sua macchina, la sua fedele compagna di viaggio, colei che mai l'avrebbe tradito, ma che forse lui non avrebbe esitato a ripudiare non appena si fosse stufato di lei per puntare gli occhi su una ancora più costosa, insomma un po' come faceva con le donne. Ovvio fino a quando non era finito in quel postaccio di New Salem a fare amicizia col nemico. Con fare galante e da perfetto gentiluomo aprì la portiera del piccolo bolide e con un teatrale gesto, completato da un intrigante mezzo sorriso, invitò la sua bella ad accomodarsi. Mademoiselle, prego. Non staccò lo sguardo dalla elegante figura di lei, attendendo pazientemente che Diana assecondasse quell'improvviso gesto galante. Non aveva secondi fini tutto ciò, ovvio lasciando da parte il fatto di rendersela amica e di mostrarsi educato, gentile, ma soprattutto non pericoloso. Non doveva avere alcun sospetto la strega e lui non doveva per nulla al mondo farle venire dei dubbi. Lei non era stupida, per quanto potesse sembrare ingenua, per questo motivo doveva essere cauto e non fare le cose in modo affrettato.